mercoledì 21 gennaio 2009

Libertà nello sport

Il calcio, sport nazionale. Sport che unisce famiglie, coppie, gruppi d'amici, colleghi di lavoro. Sport italiano.

Eppure sport viziato da una increscente polemica sempre viva ma rianimata in questi giorni dall'allenatore della nostra nazionale Marcello Lippi: la bestemmia in campo.
Imprecare contro il Padre Eterno in campo è permesso, scusato, tacitamente sollecitato.

Il problema si fa enorme nel momento in cui si vanno a incontrare due elementi di comunicazione odierni:
1. la popolarità dei calciatori, assunti al ruolo di idolo
2. la ripresa televisiva dettagliata e ravvicinata che non lascia dubbi su quel labbiale

Il discorso, in parole povere, si riassume così: "se Totti può bestemmiare in diretta tv davanti a milioni di persone...perchè non lo posso fare io?", si chiede l'adolescente.

Quello che chiediamo è Libertà per le famiglie di poter guardare uno spettacolo sportivo senza che il proprio credo venga offeso, e senza che i propri figli vengano indotti ad imprecare sotto l'effetto di un fenomeno di emulazione e aspirazione verso i propri campioni.

Di queste ore è la risposta acuta del Monsignor Gianfranco Ravasi, vi consigliamo di leggere l'intervista.

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